Alice Basso, Non ditelo allo scrittore [recensione]

Consigli sui libri da leggere

Non sai che libro leggere? Se cerchi un libro giallo divertente e un po’ diverso dal solito, questo articolo fa al caso tuo (a breve sarà disponibile il podcast). Non ditelo allo scrittore di Alice Basso ha come protagonista una giovane donna dalla personalità spigolosa e dallo stile molto anticonformista e piacerà soprattutto chi ama i personaggi poco convenzionali.

Libro recensito

Alice Basso, Non ditelo allo scrittore, Ed. Garzanti, 2017, 320 pagine.

Altre informazioni

Romanzo giallo (ma non troppo), narrativa italiana; disponibile in versione cartacea ed e-book (lo puoi trovare qui). In rete è possibile reperire anche l’audiolibro.

Di cosa tratta Non ditelo allo scrittore – trama

Non ditelo allo scrittore è il terzo volume della serie ed è il seguito di Scrivere è un mestiere pericoloso, che è stato recensito su Foemina Blog (clicca qui per leggerne la recensione) e che ti consiglio di leggere prima di dedicarti alla lettura di questo libro.

Perché questo suggerimento? Perché, com’è noto, i protagonisti principali dei libri di Alice Basso sono tendenzialmente gli stessi e anche se ogni episodio si sviluppa partendo da vicende – poliziesche e non – completamente nuove ed autonome. Tuttavia stavolta la trama si svolge a partire da una situazione che sembrava essere stata volutamente lasciata in sospeso e che qui troverà finalmente la sua conclusione.

La trama

Silvana Sarca («Vani» per gli amici) lavora come ghostwriter presso la Casa Editrice di Torino «Edizioni L’Erica». Ha una grande passione per i libri, che coltiva fin da bambina. Inoltre è dotata di un intuito straordinario: in pochi istanti riesce a immedesimarsi nelle persone con cui interagisce dopo averne colto le inclinazioni caratteriali e comportamentali.

Il fatto di potersi dedicare alla stesura di scritti, libri e presentazioni in totale autonomia rappresenta un vantaggio ulteriore per Vani, che non ama troppo socializzare con le persone (e men che mai con quelle che incarnano l’ipocrisia e certi conformismi tipici della società odierna).

Il lavoro alla casa editrice

Alice Basso, con Non ditelo allo scrittore inizia con una breve ricognizione di un episodio vissuto da Vani quando era ancora studentessa di liceo – e che troverà una sua giustificazione nel corso della storia.

Il vero focus del libro di Alice Basso verte attorno alla richiesta avanzata dal suo capo, Enrico Fuschi. Stavolta il compito che intende assegnare a Vani non è di scrivere per conto terzi ma di scoprire l’autore segreto che si cela dietro al romanzo storico “Verrò a trovarvi sul lago”, ambientato in Italia durante il Risorgimento.

La Casa Editrice «Edizioni L’Erica» si accinge infatti a ripubblicare il romanzo, uscito svariati anni prima, in un’edizione critica, corredata da informazioni e documenti inediti.

Un libro di successo e un enigma da risolvere

Durante l’analisi dell’originale che era stato inviato alla casa editrice in occasione della prima pubblicazione emerge però un particolare bizzarro: il manoscritto è intonso.

Questa è bella. Cioè non capita mai che un libro arrivi in libreria esattamente uguale a com’è uscito dalle mani dell’autore, specie se è la sua opera prima. È normale che venga rimaneggiato, rivisto, a volte stravolto; che i paragrafi vengano spostati, personaggi eliminati, digressioni depennate.

Inoltre, dalla visione delle lettere inviate a suo tempo alla casa editrice, emergono altre incongruenze. I numerosi errori stilistici, grammaticali e di ortografia contenuti nella corrispondenza e in altri scritti dell’autore sono del tutto incompatibili con le bozze, perfette, del manoscritto.

Mi state dicendo che quando scriveva in maniera estemporanea, tipo lettere o appunti, Solimano era impresentabile?

Chi è il ghostwriter misterioso?

L’unica conclusione logica è che il romanzo sia stato scritto da un ghostwriter. Per evitare lo scandalo, le conseguenti controversie legali e le ricadute in termini di immagine, per la casa editrice diviene quindi imperativo scoprire l’identità del vero autore del libro. E chi è più adatto a trovare un ghostwriter se non un altro ghostwriter?

Enrico ti odio. La devi smettere di dare per scontato che accetterò i tuoi incarichi, e solo e sempre alle tue condizioni. E vai di qua, guida di là, non parlare con Olga, trova il ghostwriter, salva la galassia. Cosa ti fa pensare che accetterò senza batter ciglio?

La vita quotidiana

Così, mentre si accinge ad iniziare la ricerca dell’autore misterioso, Vani deve dedicarsi anche alle frequentazioni della vita quotidiana. Tra queste vi sono in primo luogo Morgana, una quindicenne secchiona amante dello stile “dark”, figlia della vicina di casa. E poi c’è Irma Envrin, un’anziana cuoca conosciuta nel corso di una indagine per omicidio [quest’ultima vicenda è riportata nel libro Scrivere è un mestiere pericoloso N.d.R.].

Irma è così: non sai mai se ci sta con la testa o no, se a parlare è la mancanza di inibizioni della demenza senile o il suo lucidissimo cinismo di ottantenne che non deve dimostrare più niente a nessuno. Dico sempre che è una me con cinquant’anni in più, ma la verità è che io diventerò come lei solo se sarò molto, molto fortunata. E la cosa buffa è che, se da un lato capisco benissimo la concretezza tranchante di Irma, capisco anche i malumori e gli idealismi di Morgana, che invece, appunto, è una me con vent’anni di meno.

La vita sentimentale

Sotto il profilo sentimentale, Vani si trova invece invischiata in una situazione poco chiara che le procura alcuni disagi. Oltre a dover subire le attenzioni di un misterioso corteggiatore, deve fare chiarezza sul rapporto con Romeo Berganza, un affascinante commissario di polizia che in passato si è avvalso della sua collaborazione per risolvere alcuni casi irrisolti.

La straordinaria capacità di Vani di immedesimarsi negli altri e il suo intuito sono stati di grande aiuto alle indagini, così Berganza le ha proposto di divenire consulente della polizia. Dall’ultima collaborazione è però passato diverso tempo e Berganza, col quale pareva essersi instaurata una certa affinità, sembra essersi volatilizzato.

Alice Basso Non ditelo allo scrittore recensione

La collaborazione con la polizia

Un giorno però il commissario si fa vivo e le chiede di affiancarlo durante un interrogatorio particolarmente difficile.

L’indagato è Angelo Mastrofanti, un pericoloso trafficante di droga che si trova in stato di detenzione domiciliare a causa delle sue precarie condizioni di salute. Gli inquirenti sospettano che l’uomo stia gestendo da casa un giro di spaccio ma non riescono a raccogliere prove sufficienti per incriminarlo. Per riuscirci è necessario capire come faccia Mastrofanti a comunicare con l’esterno pur essendo sottoposto a rigida sorveglianza.

Mastrofanti è praticamente un boss, ha un enorme ascendente sulla vita delle persone che gli girano intorno: gente che campa e fa campare la propria famiglia grazie a lui, quindi dura, molto dura da far parlare.

Naturalmente Vani accetta con entusiasmo il nuovo incarico ma Berganza vorrebbe evitare di coinvolgerla perché è preoccupato per la sua incolumità.

Voglio che il commissario si ricordi che io sarei ufficialmente una collaboratrice della Polizia di Stato, voglio tornare a fare uno degli interrogatori che mi vengono tanto bene (parole di Berganza, mica me lo dico da sola), voglio partecipare, porca miseria. Solo che Berganza è il capo e quindi è lui che decide, e così non ci sono santi, mi tiene fuori e, e intanto ci sentiamo al telefono quando possiamo, lui impreca perché il caso non si risolve, i suoi agenti rasentano l’esaurimento nervoso e, cosa che mi fa girare le palle più di tutte, io e lui continuiamo a non avere occasione di vederci.

La trama in sintesi

La trama di Non ditelo allo scrittore si dipana lungo un triplice filone:

  • da un lato la ricerca dell’autore misterioso – che, naturalmente, Vani riuscirà a rintracciare – e che comporterà anche una buona dose di fastidi aggiuntivi. Dopo aver convinto il misterioso ghostwriter a uscire dall’ombra, per il personale della casa editrice si presenterà un nuovo ostacolo: l’autore del libro si rivelerà un soggetto alquanto problematico. Così i vertici delle Edizioni l’Erica, per evitare fastidiose ricadute in termini di immagine, dovranno incaricare una persona capace di interloquire con lui e di gestire al contempo le relazioni col pubblico.

C’è una sola persona di mia conoscenza che sia in grado di capirlo, di parlare la sua lingua, di insegnargli a ragionare facendo leva sulle motivazioni giuste: un’altra ghostwriter inopportuna e socialmente impresentabile.

  • Il secondo filone ripercorre l’indagine di polizia, che – dopo tentativi andati a vuoto ed errori tattici pericolosi – troverà anche in questo caso la soluzione.

«Dobbiamo raggiungere il commissario al più presto», sibila Pezzoli. Il suo piede batte sull’acceleratore. Attacca la sirena. «Dio non può finire come alla Falchera.» Altro ologramma. Io e Berganza nella sua macchina. Berganza che mi spiega che Mastrofanti è uno di cui aver paura tanto che, sei mesi fa, alla Falchera, pur di non metterselo contro, uno dei suoi scagnozzi ha preferito accoppare un commissario. Gesù Cristo santissimo.

  • Il terzo filone è, come sempre, quello legato ai trascorsi scolastici e alla vita familiare con frequenti rievocazioni del passato – e, in particolare, del rapporto con la sorella Lara, che più diversa da Vani non potrebbe essere.

Tuttavia Silvana non è la sola ad avere una famiglia piena di aspettative. In questo libro si inizia a squarciare il velo anche sulla vita domestica del commissario Berganza. E, se la lettura del precedente romanzo era stata l’occasione per fare la conoscenza del giovane nipote, Ivano, stavolta entrerà in scena un altro personaggio. Un personaggio femminile che darà a Vani parecchio filo da torcere. Con ripercussioni che si faranno sentire anche nella sua vita sentimentale.

 

Il finale del libro ruota attorno all’esegesi de(l finale de) Il paradiso perduto di J. Milton e sarà l’occasione non solo per svelare la strategia criminale di Mastrofanti, ma anche per scoprire quali scelte farà Vani.

Qualunque cosa ci sia stata tra noi, la dichiaro ufficialmente conclusa.

Consigliato a

Non ditelo allo scrittore è un romanzo giallo decisamente cinico ed anticonvenzionale. È una lettura che, considerato il taglio narrativo e la prospettiva, tipicamente femminile, potrebbe piacere:

  • soprattutto alle donne;
  • inoltre sembra indicato anche ai giovani in quanto esplora tematiche e situazioni vicine al loro mondo.
  • Infine potrebbe facilmente risultare un libro gradito anche a quanti, non riconoscendosi nei più tradizionali canoni estetici o socio-comportamentali, preferiscono visioni del mondo più alternative e meno stucchevoli.

Giudizio

Non ditelo allo scrittore è un libro scorrevole, ben scritto e piuttosto divertente. Come gli altri libri della serie, presenta però una certa sovrabbondanza di espressioni scurrili che si accompagna alla spietata ridicolizzazione dei personaggi che incarnano il tipico perbenismo e i conformismi della società attuale di massa.

Letture alternative che potrebbero interessarti

Se ti piacciono i libri come questo allora potresti prendere in considerazione l’ipotesi di leggere anche gli altri romanzi di Alice Basso:

  • L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome;
  • Scrivere è un mestiere pericoloso;
  • La scrittrice del mistero;
  • Un caso speciale per la ghostwriter.

Se invece ti interessano libri gialli dal taglio più tradizionale, allora potresti provare la serie uscita dalla penna di Marion Chesney (più nota come M. C. Beaton): anche questi romanzi ruotano attorno a una figura femminile, Agatha Raisin, dalla personalità quasi altrettanto spigolosa (su questo blog trovi la recensione del libro Agatha Raisin e la casa infestata: clicca qui per leggerla).

Se infine vuoi provare una serie abbastanza recente di romanzi gialli italiani, potresti leggere i libri di Franco Matteucci: le storie sono ambientate in montagna e hanno come personaggio principale l’ispettore Santoni, un uomo riservato ed amante degli animali (su questo blog trovi la recensione di Giallo di mezzanotte: clicca qui per leggerla).

Fonti e citazioni

La casa editrice Garzanti è stata fondata nel 1938 ed è una delle più antiche e prestigiose case editrici italiane: https://www.garzanti.it/

Mi verso un dito di whisky (Riccardo conserva ancora del Talisker che aveva comprato per me e che in quattro mesi è sceso di livello in maniera impercettibile da come ricordavo di averlo lasciato io. Che mezzasega. Avere del Talisker in casa e non berlo nemmeno). Non è Bruichladdich, ma mi posso accontentare.

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