Joe Wilkins, Nella terra dei lupi [recensione]

Consigli sui libri da leggere

Non sai che libro leggere? Se ti piace la narrativa americana e cerchi un libro aspro ma avvincente, questo articolo fa al caso tuo. Il romanzo di Joe Wilkins, Nella terra dei lupi, è ambientato nell’odierno West rurale degli USA e ruota attorno a una vicenda che vede come protagonisti un ragazzo, un bambino problematico, un’insegnante e sua figlia.

A fare da sfondo, la natura selvaggia del Montana e la varia umanità che abita le lande impervie di quelle montagne.

In quel luogo remoto, una frontiera dove l’unica cosa importante erano gli uomini e il territorio, lui non aveva né uomini né territorio, e a quel riguardo le regole erano inflessibili, e si applicavano a tutti con implacabile violenza.

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Libro recensito

Joe Wilkins, Nella terra dei lupi, Neri Pozza editore, 2020, 304 pagine.

Altre informazioni

Questo romanzo è disponibile sia in versione cartacea che in formato e-book (lo puoi trovare qui).

La traduzione è a cura di Norman Gobetti.

Joe Wilkins è uno scrittore americano e docente di scrittura. Vincitore del premio americano Pushcart, è autore del libro The Mountain and the Fathers (2012), un libro di memorie incentrato sulle condizioni di vita degli abitanti del Montana Occidentale e dell’area delle Bull Mountains.

L’ambientazione del libro

Come accennato, il libro di Joe Wilkins, Nella terra dei lupi, è ambientato nello stato del Montana, nella contea di Yellowstone, tra l’omonimo fiume e le Montagne Rocciose, di cui le Bull Mountains sono parte integrante.

Gli avvenimenti descritti nel romanzo si svolgono tra Delphia, Colter e Billings. [Billings è la città più grande dello Stato e capoluogo della contea di Yellowstone, N.d.R.].

A parte le rievocazioni dei momenti passati, i fatti si svolgono nel periodo che precede l’inizio della presidenza di Barack Obama (2009-2017).

Il panorama è quello tipico dell’America rurale: i territori sconfinati che si estendono dalle grandi pianure fino alle Montagne Rocciose. Territori in cui i pick-up e le roulotte, utilizzate come vere e proprie abitazioni, si alternano ai campi coltivati, alle miniere e al bestiame al pascolo.

È quella porzione di America i cui abitanti sembrano oscillare perennemente tra la convivenza e la lotta con la natura selvaggia. Una natura concepita da un lato come un diritto inalienabile e dall’altro spesso percepita come pericolosa ed invasiva e, per questo, destinata ad essere oggetto di rivendicazioni e lotte politiche.

Delphia si trovava a nord delle Bull Mountains, lungo il fiume Musselshell, mentre Colter era a sud, lungo lo Yellowstone. In linea d’aria, solo cinquanta miglia separavano le due piccole cittadine e le rispettive scuole, ma erano cinquanta miglia di canyon e dirupi, di pini e di cactus, di impervio territorio montagnoso.

Montana USA Joe Wilkins Nella terra dei lupi
Foto di Dick Hoskins, Unsplash

Il contesto socio-culturale

Gli aspetti più significativi di questo libro sono però quelli che mirano a mettere in evidenza il contrasto esistente, per mentalità e condizioni di vita, tra gli americani che vivono nelle grandi città e quelli dell’America profonda.

Finché sua madre non aveva avuto quel problema di salute, i cracker imburrati li mangiavano quasi a ogni pasto. Mangiavano carne, cracker imburrati, patate, sottaceti e, per dessert, pesche o pere sciroppate.

Una disparità che si concretizza non solo nella differenza, talora abissale, in termini di reddito, condizione socio-professionale ed accesso all’istruzione o alla salute, ma che si traduce anche in scelte nettamente contrapposte a livello politico ed ideologico.

La contrapposizione politica

In particolare, Joe Wilkins Nella terra dei lupi ritrae con chiarezza la polarizzazione crescente fondata su una insanabile diffidenza reciproca tra i due schieramenti.

  • Da una parte vi è il culto delle armi, l’avversione per la retorica ambientalista e globalista ed il risentimento nei confronti delle città, percepite come fonte di ingerenze fiscali, politiche speculative e corruzione.
  • Dall’altra parte si avverte l’insofferenza crescente nei confronti di una periferia rurale e postindustriale vista come percettrice passiva di sussidi ma totalmente disinteressata ad affrancarsi dall’ignoranza e dalla marginalità.

Stava parlando con Brian, il patrigno del ragazzo, e con tutti gli altri uomini violenti e ignoranti che rivendicavano diritti su quelle montagne. Uomini che pensavano che l’intero Montana orientale appartenesse a loro e che potessero farci quel che gli pareva. Uomini che preferivano dimenticare che all’inizio quella terra era stata data gratis ai loro bisnonni, e che erano stati i loro nonni a causarne la desertificazione, che erano stati i loro nonni e i loro padri ad avvelenare i fiumi e decimare la popolazione di wapiti, antilocapre e pernici. E che ogni volta era stato il governo federale a intervenire – elettrificando le zone rurali, concedendo terreni da pascolo a poco prezzo e affitti agevolati – per finanziare quel ridicolo stile di vita di cui loro andavano tanto fieri.

Di cosa tratta questo libro – trama

L’elemento centrale del libro di Joe Wilkins, Nella terra dei lupi è una storia molto semplice e toccante: l’affetto tra un ragazzo poco più che ventenne e il bambino di cui si ritrova improvvisamente affidatario.

A fare da filo conduttore e a ricostruire l’intera vicenda sono le vicissitudini e il vissuto personale e familiare dei protagonisti. Sullo sfondo, l’imminente apertura della lotteria locale con, in palio, l’ambita licenza di caccia al lupo.

I protagonisti

Wendell Newman

Wendell è un giovane bracciante. Dalla morte di sua madre e la scomparsa del padre, Verl, ricercato in fuga e disperso in montagna, vive da solo nel trailer [roulotte N.d.R.] parcheggiato in quel che resta del terreno di famiglia.

Aveva ventiquattro anni. Il trailer e il pick-up erano suoi, ma aveva delle imposte arretrate sul poco che era rimasto della sua proprietà – le case diroccate, l’officina, quasi un miglio quadrato di terreno a ovest – e doveva ancora pagare due delle ultime operazioni di sua madre, operazioni che in ogni caso non erano servite a niente.

Un giorno, al ritorno dal lavoro, scopre di aver ricevuto in affido Rowdy, il figlio di sua cugina Lacy, che al momento si trova in carcere e non può prendersi cura di lui. L’assistente sociale è esitante e manifestamente a disagio.

La prospettiva di lasciare un bambino in affido ad un ragazzo poco più che adolescente e che vive in un trailer sperduto sulle Bull Mountains non è certamente allettante.

L’alternativa, ancor meno raccomandabile, sarebbe di inserirlo in una casa-famiglia. Alla fine però cede ed informa Wendell, ansioso di fare buona impressione, sulle particolarità del caso.

Si instaura così un legame che, a dispetto delle apparenze, si mostrerà saldo e pieno di affetto.

Rowdy Burns

Rowdy ha sette anni ed è figlio di Lacy, la cugina di Wendell. Per Wendell Lacy è stata quasi una sorella. Pur essendo una ragazza energica ed intraprendente ha però finito per cacciarsi nei guai.

Rowdy è frutto della relazione con un trentenne di Roundup. Lacy però non mostra attaccamento né interesse per il bambino. E così riceve una condanna a tre anni di carcere per possesso di metanfetamina e per negligenza ed abbandono di minore.

Rowdy è un bambino decisamente taciturno e soffre di saltuarie crisi epilettiche. Secondo l’assistente sociale è affetto anche da ritardo nello sviluppo.

L’affetto e le cure che, da subito, Rowdy gli riserba lo aiuteranno ad instaurare un legame con la sua famiglia e, soprattutto, gli permetteranno di immaginare un futuro più sereno.

Erano in balia della notte. Del vento, dell’erba, dei pini. Sussurrando parlò al bambino di tutte le cose che avevano fatto insieme, di tutte le cose che ancora avrebbero fatto, della loro vita sulle montagne.

Gillian Houlton

Gillian è un’insegnante, vicepreside e counselor della scuola di Colter. Suo marito, Kevin Kincheloe, era una guardia forestale.

Dopo l’omicidio di Kevin da parte di un bracconiere, Gillian ha cercato faticosamente di ricostruire la sua esistenza. Il trauma però riemerge ogni volta che il lavoro la porta a tornare in contatto con le famiglie degli alunni problematici. Famiglie a loro volta frammentate, avverse allo Stato e che preferirebbero tenere i figli a casa.

Maledisse la propria stupidità mentre svoltava sulla strada conteale e si dirigeva verso sud attraverso le forre in secca, e su per le pendici delle Bull bruciate dal vento, guidando il più veloce possibile per tornare nella valle dello Yellowstone, a quel che lì passava per civiltà.

Parte del lavoro di Gillian consiste nel cercare di fare in modo che gli studenti non si perdano per strada, finendo per alimentare quel circolo vizioso fatto di disoccupazione, di ignoranza e di emarginazione di cui è affetto l’intero distretto.

Il fatto di dover operare in un contesto che prevede l’erogazione di finanziamenti proporzionali al numero degli studenti iscritti a scuola, non è di aiuto. In ogni caso, Gillian ama il suo lavoro e lo fa con passione da oltre vent’anni.

Nonostante giornate come quella, lei amava il suo lavoro, davvero, ma ormai lo faceva da vent’anni e l’elenco dei successi ottenuti in tutto quel tempo era molto breve. Gli studenti che erano riusciti a fare qualche scelta sensata erano una decina, massimo una quindicina. E non per mancanza di impegno da parte sua.

Tutti i suoi sforzi sono rivolti alla figlia adolescente, alla quale vuole assicurare un futuro diverso – e, possibilmente lontano dalla periferia americana e dai suoi abitanti – e che decide di far studiare alle scuole private.

Maddy Kincheloe

Maddy è figlia di Gillian e Kevin. Benché sua madre ne parli in continuazione, non ha molti ricordi del padre, che è morto quando era piccola. Nonostante sia molto affezionata alla madre, che ha cercato di offrirle tutte le migliori opzioni disponibili, Maddy è irrequieta. Vorrebbe conoscere meglio i luoghi dove ha vissuto da piccola e i parenti di suo padre, ma sua madre si ostina a procrastinare le occasioni d’incontro.

Ha terminato le scuole superiori con ottimi voti ed è in procinto di iscriversi all’Università.

Pur essendo una ragazza solida ed equilibrata, si trova in quell’età in cui il confine tra il desiderio di ribellione e la ricerca del proprio cammino di vita è labile. Un incontro casuale la porterà a fare una scoperta sconvolgente che l’aiuterà anche a capire come indirizzare la sua vita.

Ma sebbene la statura l’avesse presa dal padre, il petto e i fianchi, ogni curva, li aveva presi da lei. Nel giro di uno o due anni, quando avesse capito cosa farsene di quel corpo, quella ragazza sarebbe diventata uno schianto. Gillian però sperava che ci volesse davvero ancora un anno o due, così sarebbe stata già all’università, e avrebbe potuto incontrare qualcuno intelligente e interessante quanto lei.

Consigliato a

Il romanzo di Joe Wilkins, Nella terra dei lupi è consigliato in primo luogo a chi ama la letteratura americana contemporanea e il suo stile asciutto e privo di fronzoli.

Inoltre può piacere a chi si appassiona di tematiche affini alla sociologia e all’antropologia.

Anche chi desidera leggere una storia moderna del genere western potrebbe trovare questo libro interessante.

Bevve ancora e restò seduto a riposare. Scrutò l’orma di un lupo, alzando ogni tanto gli occhi verso la sommità del canyon, quasi aspettandosi di vedere degli occhi gialli che lo fissavano. A giudicare dagli ululati di quella mattina, dalla pressione umida di quell’orma, doveva essere vicino.

Giudizio

Joe Wilkins Nella terra dei lupi rievoca in modo avvincente ed accurato le condizioni di molta parte dell’America profonda, in cui il rifiuto del cambiamento, la differenza culturale e lo sfruttamento delle risorse sono spesso rivestiti di motivazioni politiche o ideologiche.

E l’ingerenza dello Stato, anche quando è motivata da ragioni nobili, come la necessità di tutelare il patrimonio naturale, è frequentemente malaccetta.

In questo romanzo non sembra esservi nulla di edificante, né nell’inconciliabilità tra le posizioni politiche delle due parti, né nella desolazione delle vicende familiari, né infine nella grandiosità della natura, che, nonostante la sua fragilità, appare immutabile e magnifica nella sua immanenza.

Ciononostante nel finale si intravvede un fioco barlume di speranza che solleva il lettore facendogli immaginare quantomeno la possibilità di un cambiamento.

Letture alternative che potrebbero interessarti

  • Chi ama la narrativa americana e, soprattutto, apprezza le storie autenticamente americane, potrebbe provare a leggere i racconti scritti da Percivall Everett in Un palmo d’acqua.
  • Se invece stai cercando un romanzo dal sentore quasi epico, il consiglio è di provare la Trilogia della frontiera di Cormac Mc Carthy.
  • Nel caso invece, pur prediligendo le ambientazioni della frontiera, tu stia pensando a qualcosa di meno cupo, allora potresti provare Il racconto del barista di Ivan Doig, che racconta la storia del legame tra un padre e un figlio.
  • Se infine prediligi delle letture che hanno per oggetto le vicende familiari e sociali complicate, potresti leggere il romanzo, ambientato in islanda, di Jón Kalman Stefánsson, Storia di Ásta. Anche in questo caso la magnificenza della natura selvaggia fa da contraltare alle vicissitudini umane e alla difficoltà nell’apertura alle novità (su questo blog trovi la recensione).

Fonti e citazioni

La foto piccola è di Dick Hoskins, Unsplash (https://unsplash.com/).

La casa editrice Neri Pozza (https://neripozza.it/) è una casa editrice fondata nel 1946 dall’omonimo scrittore. Attualmente parte del Gruppo editoriale Athesis, ha assunto la forma giuridica della S.P.A. Dagli anni ’50 rappresenta una delle più vivaci protagoniste del panorama editoriale italiano. Pur rimanendo fedele alla vocazione originaria – legata alla letteratura e alla saggistica di qualità – questa casa editrice si è spinta anche alla ricerca delle nuove tendenze della narrativa internazionale e presenta un catalogo ricco di scrittori di livello.

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