Consigli sui libri da leggere
Non sai che libro leggere? Se cerchi una lettura che tratta di problemi come il bullismo e di temi dibattuti come la maternità surrogata, allora il romanzo di Melania Mazzucco, Sei come sei forse potrebbe fare al caso tuo (nei paragrafi “Consigliato a” e “Giudizio” trovi maggiori indicazioni per orientarti).
La protagonista è una ragazzina che frequenta la seconda media la quale, in seguito ad un evento traumatico, si incammina da sola alla ricerca di una persona che è stata per lei molto importante.
Libro recensito
Melania Mazzucco, Sei come sei, Einaudi, 2013, 235 pp.
Altre informazioni
Romanzo, disponibile in versione cartacea ed e-book (lo puoi trovare qui).
Il libro di Melania Mazzucco, Sei come sei, è stato ristampato e reso disponibile anche in versione tascabile.
Di cosa tratta questo libro
Questo romanzo, come accennato sopra, affronta non solo il tema del bullismo e delle difficoltà dell’adolescenza ma esplora soprattutto le questioni, controverse, dei legami omosessuali e, soprattutto della maternità surrogata.
Nel libro di Melania Mazzucco, Sei come sei compare anche un cameo di assoluta centralità in cui si rievocano gli eventi più significativi della relazione tra due uomini, Christian e Giose e quelli che hanno portato alla nascita di Eva, la protagonista.
La trama del libro
Eva Gagliardi ha undici anni e vive a Milano. È una ragazzina intelligente, introversa e studiosa. Va bene a scuola. Ama leggere e ha pochi amici. Un giorno, mentre si sta recando in visita di classe ad una mostra sui disegni di Leonardo da Vinci presso la Biblioteca Ambrosiana, accade un fatto che la spingerà a cambiare la sua vita.
Il bullismo
Mentre attende l’arrivo della metropolitana, alcuni suoi compagni di classe la raggiungono e iniziano ad importunarla e a insultarla. Le professoresse non si accorgono di ciò che sta realmente accadendo. Agli occhi dei passanti sembra uno dei tipici scherzi stupidi ma innocui che si fanno tra adolescenti. Uno dei tre ragazzi estrae dallo zainetto di Eva il suo diario. Eva gli piace ma, siccome è considerata “strana”, non oserebbe mai ammetterlo pubblicamente perché verrebbe schernito sottoposto allo stesso trattamento. Frugando tra le pagine del diario trova una foto che raffigura un uomo.
Eva reagisce. Rivuole indietro la foto. Si azzuffano e poi accade un fatto imprevisto. Si scatena il caos. Eva allora decide di fuggire.
La fuga
Raggiunta la stazione ferroviaria, sale su un treno diretta a Roma decisa ad intraprendere un viaggio verso un luogo remoto del Centro Italia. Quando il treno si stacca dalla banchina sospira di sollievo.
È una mattina grigia di dicembre. Pioviggina, e la periferia di Milano ha lo stesso colore del cielo. Di là dal finestrino scorrono condomini, viali, palazzi, tram, semafori, cavalcavia, campi sportivi, poi capannoni industriali, ciminiere, scheletri di cascine diroccate, silos, spicchi di campagna zebrata da onde di fango, filari di pioppi.
Eva non vuole più tornare a scuola. Non si è mai confidata con le insegnanti. Non si fida dei grandi. Così, quando il controllore le chiede spiegazioni, inventa una storia. Mentire le riesce perfettamente naturale. Eva è una ragazzina dura. Ha sviluppato un carattere spigoloso e diffidente per difendersi dalla fragilità del suo contesto familiare. Ha imparato a selezionare ciò che si può dire a tutti e ciò che può essere detto solo a pochi intimi. Soprattutto, è in grado di percepire l’infelicità negli altri.
Non sembra una persona felice. Eva fiuta l’infelicità altrui come se avesse la bacchetta del rabdomante. Le persone tristi le fanno una paura tremenda. La attraggono, ma le evita perché non vuole diventare una persona triste e teme che l’infelicità sia contagiosa.
Quando arriva a Roma, ha ben chiara la sua meta: un piccolo borgo medievale in provincia di Macerata, situato nel cuore dei monti Sibillini. Fortunosamente riesce a salire su una corriera che la porterà a destinazione.
I ricordi e la famiglia
Durante il viaggio, come un qualsiasi adolescente, si estrania ascoltando la musica e intanto pensa alle sue nonne: nonna Margherita, una donna tosta cui vorrebbe assomigliare e nonna Pia, una donna umile che in passato ha tenuto in scarsa considerazione. Frammenti di vita passata le scorrono davanti agli occhi. Ha vissuto a Roma, a Milano e a Bruxelles e infine di nuovo a Milano.
A Bruxelles Eva frequentava la Scuola Europea, dove tutti erano figli di diplomatici e funzionari della UE, e aveva imparato che le persone sono in oppure out. Nonna Pia era out. Eva voleva essere in.
Mentre la corriera si inerpica sui ripidi tornanti di montagna, Eva ripensa al brutto giorno in cui Giose, suo padre, non è più venuto a prenderla a scuola.
Fin da piccola Eva ha iniziato a percepire attraverso le opinioni degli altri la singolarità della sua situazione familiare.
Davanti agli estranei, la nonna magnificava le felici famiglie dei suoi figli, tutte e due, e non avrebbe mai voluto che sospettassero quanto poco invece avesse apprezzato la svolta di Christian.
Un giorno la maestra decide di cancellare la ricorrenza della festa della mamma per non offendere la sua sensibilità, suscitando le proteste degli altri alunni e delle loro famiglie.
Il punto è che Eva non ha mai sviluppato un immaginario materno perché i suoi genitori sono due uomini: Giose e Christian. Quest’ultimo è un ricercatore universitario di famiglia altolocata e di idee radicalmente progressiste. Come spesso accade, gli opposti si attraggono. Così, un uomo metodico e razionale come Christian svilupperà con Giose – un musicista creativo e passionale, dalla vita sregolata e le origini umili – un rapporto di totale complementarietà.
Christian era più comunista di un nordcoreano. Alle elezioni votava il candidato che propugnava la patrimoniale e la tassa sulle rendite finanziarie. La ricchezza della sua famiglia gli era sempre sembrata colpevole, e aveva cercato di sbarazzarsene scegliendo la filologia: una professione poco remunerativa e senza prospettiva di arricchirsi sulla pelle dei poveri.
Ciononostante Christian, alla fine, insieme al compagno decide di cedere all’idea di avere un figlio, di voler essere come tutti gli altri. Nella loro condizione però questo significa considerare l’ipotesi di ricorrere alla maternità surrogata, aderendo alla concezione proprietaria del corpo femminile che gli uomini hanno per secoli avuto delle donne e scegliendo, anche per motivi di opportunità economica, una donatrice in Armenia.
Il corpo è l’essenza di una persona, non è un vestito o un laboratorio, è un tempio. Non si può noleggiarlo. Non si può comprare la vita.
Molta gente lo noleggia – disse Christian infastidito – milioni di uomini noleggiano le puttane senza che ciò gli causi il minimo imbarazzo.
Dopo la nascita, Eva trascorre i primi anni di vita a Roma, nell’agiatezza economica garantita dalla famiglia di Christian, il quale assume un ruolo predominante nella vita familiare.
Inoltre voleva che Eva crescesse tra i bambini di ogni estrazione sociale, razza e provenienza. Avrebbe avuto tutto il tempo di rinchiudersi tra i suoi simili. Fu molto orgoglioso che la prima amica di Eva, all’asilo, fosse la figlia della parrucchiera cinese del negozio dietro casa, e rimase profondamente ferito quando apprese dai discorsi della bambina l’opinione che la parrucchiera aveva di lui e di Giose.
Giose, al contrario di Christian, versa in una condizione di precarietà lavorativa e finanziaria che non gli consente alcun contributo attivo nel loro rapporto e si limita a ricoprire un ruolo di accudimento domestico nei confronti della piccola Eva e del compagno.
La loro unione, quantunque formalizzata, in Italia non ha valore legale. Così, quando Christian muore in un incidente stradale, si pone il problema dell’affidamento di Eva. Il giudice tutelare stabilisce che Giose, disoccupato, non è adatto a crescere una bambina. Quindi Eva viene affidata agli zii e, da Roma, si trasferisce all’estero.
L’arrivo a destinazione e le premesse per un futuro diverso
Quando arriva a Visso, un comune montano ubicato nei pressi del Parco dei Monti Sibillini, è tardo pomeriggio. Nevica e tutto è immerso nella solitudine e nel silenzio. La natura in questo borgo di montagna prevale su tutto.
Eva dovrà lottare duramente per ricomporre i frammenti della sua vita.
Nonna Pia diceva che d’inverno, quando il paese è abbandonato, i lupi vengono a cantare alle stelle dietro la legnaia.
Romanzo consigliato a
Il libro di Melania Mazzucco, Sei come sei, considerate le tematiche trattate, non sembra essere una lettura gradita o adatta a tutti. Sicuramente potrà essere apprezzato da chi si interessa di:
- diritti civili
- e di letteratura LGBT.
Particolarmente indigesta la parte in cui viene trattata la pratica della maternità surrogata, della quale sono evidenziati anche gli elementi più critici e discutibili.
Negli Stati Uniti le agenzie organizzavano tutto, inclusi viaggio e soggiorno. Le migliori operavano in California. Firmavi un dettagliatissimo contratto con la Gds, la madre surrogata, e ti tutelavi da ogni futura rivendicazione. Non esisteva alcun rischio legale, né di mancata consegna del neonato.
Giudizio
Quello di Melania G. Mazzucco Sei come sei è un romanzo ben scritto che cerca di affrontare le questioni trattate, difficili e controverse, da tutte le angolature. Le vicende narrate (e cronicamente non lineari) nel libro rendono però meno agevole la lettura. Le descrizioni degli scenari naturali sono sicuramente molto suggestive. Azzeccata e gradevole anche l’idea di introdurre – dietro al pretesto di rievocare momenti della vita di uno dei protagonisti – scorci di letteratura e di arte.
Ciononostante questo libro fornisce un’immagine fuorviante al lettore che – nell’intento di capire se la lettura farà al caso suo, si avventuri a leggere la quarta di copertina (cioè quella porzione del libro che dovrebbe fornire indicazioni utili in merito).
Così, quello che inizialmente appare un romanzo incentrato sui problemi dell’adolescenza e sulla disgregazione familiare, alla fine diviene altro, cioè una storia d’amore tra due uomini che decidono di diventare padri, mentre la questione del bullismo evapora lentamente e viene sostanzialmente banalizzata nel finale.
Delle donatrici potevano sapere tutto – età, tratti somatici, educazione, condizioni sanitarie, malattie pregresse, operazioni subite, perfino livelli di Fsh nel sangue. Tranne il nome. […] Le variabili avevano un prezzo. Le donatrici di categoria B (senza diploma o con diploma delle scuole superiori) costavano meno. Le donatrici di categoria A, con laurea o master, due volte tanto. Più anni avevano, più erano economiche. Ma nessuna superava i trent’anni. E comunque l’Armenia non è l’America. Anche un ricercatore di filologia classica disposto a vendersi le proprietà di famiglia e un cantante disoccupato possono permettersi un figlio.
Letture alternative che potrebbero interessarti

Se ti appassionano le vicende che trattano di adolescenti problematici o situazioni familiari complicate, potresti leggere il romanzo di Jón Kalman Stefánsson, Storia di Ásta, recensito su questo blog.
Fonti e citazioni
La casa editrice Einaudi è stata fondata nel 1933 ed è una delle più antiche e prestigiose case editrici italiane: https://www.einaudi.it/la-casa-editrice/